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domenica 31 marzo 2013

PENSIERI E PAROLE POST KEY BISCAYNE


Alla vigilia di questo torneo la preoccupazione o meglio la speranza di quasi tutti, appassionati e addetti ai lavori, era quella di non rivedere per 
l'ennesima volta in questi ultimi mesi una finale tra Novak Djokovic(1) e Andy Murray(neo 2).
Il motivo è semplice e cioè che ogni tanto sarebbe gradito anche un po di spettacolo tennistico come si deve anche in finale al posto del solito scontro tra cyborg fatto di corsa, muscoli e poco altro.
Intendiamoci ci sono state delle grandi partite anche tra questa tipologia di giocatori, ma "grandi" grazie all'intensità che va via via aumentando durante la battaglia e che genera nell'appassionato la curiosità di rimanere attaccato al televisore per capire chi dei due alla fine non morirà e porterà a casa in primis la pelle e in secondo luogo il torneo. Speranza quindi, anche se misera veramente stavolta, considerata l'assenza di Roger Federer e cioè del solo che, anche se sempre con meno frequenza purtroppo, si inserisce tra i soliti 2, che abbiamo visto 10 giorni fa essere già ritornati 3, e che garantisce alla peggio almeno un confronto tra stili diversi. Ed è con queste premesse che inizia la magia e questa magia ha 2 nomi e 2 cognomi uno più insospettabile dell'altro: Tommy Haas e Richard Gasquet.
Partiamo dal primo, tedesco, ex numero 2 del mondo, in perenne lotta contro infortuni e il tempo che passa, alla veneranda età di 34 anni ci regala
una delle sorprese più incredibili degli ultimi anni e cioè umilia il numero 1 al mondo e favorito assoluto del torneo nonche campione in carica Novak Djokovic per 6-2 6-4, con il serbo perfino quasi spaesato e attonito al momento del saluto finale, di fronte a quello che doveva sicuramente
provenire da un altro pianeta, che gli aveva mostrato un gioco fantastico a tutto campo che appartiene sempre di meno a questa generazione tennistica, dimostrando così ai pochi giovani che ancora provano a giocare a tennis prima di passare la vita in palestra, uno su tutti Grigor Dimitrov, che una speranza forse c'è ancora.
Parliamo ora del francese, Richard Gasquet, che gioca uno dei migliori tornei della sua carriera, sicuramente il migliore da un sacco di anni, facendo
vedere in senso assoluto quello che poteva essere ma che per vari motivi ancora non è stato. Vincenti da fondocampo, discese a rete, un rovescio fantastico e piedi che danzano sul campo, sono le caratteristiche che hanno permesso a questi 2 giocatori di arrivare fino in semifinale dove la magia purtroppo si è esaurita e tutti siamo ritornati tristemente sulla terra per prepararci all'ennesima finale tra maratoneti.
Finale che si è conclusa appena da poche ore e che ha visto trionfare Andy Murray su David Ferrer per 2-6 6-4 7-6, sulla partita non c'è molto da dire pochissimo spettacolo, pochissimi vincenti, rarissime discese a rete il più delle volte inguardabili e come sempre accade è diventata interessante alla fine quando i 2 atleti ormai moribondi si apprestavano a giocarsi il tutto per tutto, o meglio il poco che gli era rimasto nel tie-break finale che ha visto la fortuna abbandonare in maniera infame il tennista spagnolo che ha smesso di crederci subito dopo il nastro scozzese arrivato come una pugnalata al cuore. David Ferrer meritava di vincere, è stato l'unico che comunque ha provato a spingere e a comandare il gioco nonostante non abbia un decimo del talento di Murray che ha mostrato un gioco indegno e offensivo verso il suo enorme talento annebbiando così tutti i miglioramenti di atteggiamento mentale e tennistico che aveva mostrato da Wimbledon dello scorso anno.
Avrei potuto disseminare qua e la qualche bestemmia all'orario di gioco incomprensibile e alla lentezza della superficie ma dato che è Pasqua ho deciso di risparmiarvi, anche perchè è sempre più inutile, ogni anno si peggiora, leggevo dei commenti di gente sbalordita per il fatto che al terzo set i due che fanno comunque del fisico il loro punto di forza fossero già sul punto di morire, rispondo dicendo che se si giocano in media 20 scambi ogni 15 perchè la superficie è così lenta da sfavorire i colpi vincenti con 2 giocatori che comunque farebbero fatica, per tipologia di gioco e per mentalità, a farli su un campo rapido con in più il caldo assurdo del matinèe della Florida il risultato può essere solo quello che abbiamo visto.
Appuntamento adesso tra 2 settimane per l'inizio dei tornei 1000 su terra rossa,si parte con Montecarlo, almeno li non ci illudiamo si sa che tipo di spettacolo ci aspetta, il problema vero è che ormai l'unica tradizione rimasta come 20 anni fa è la superficie rossa, tutte le altre sono state ignobilmente stravolte a svantaggio del tennis nel senso più puro del termine, tra qualche anno sostituiranno le racchette con le mazze e si disputeranno battaglie tra gladiatori al meglio di un solo set, ma noi saremo comunque li a seguire il tutto perchè tutto sommato è pur sempre lo sport che amiamo.

Andrea Pala

mercoledì 20 marzo 2013

WTA MIAMI PREVIEW



Dopo Indian Wells e la vittoria di Maria Sharapova, che si conferma una delle tre/quattro giocatrici che al momento si trovano un livello sopra il resto della compagnia, eccoci arrivati al secondo grande appuntamento americano della stagione.
Guardando il tabellone, nella parte bassa, solo ritiri o tonfi totalmente inattesi potrebbero privarci della semifinale tra le due rivali dell’est: Azarenka e Sharapova. Il loro percorso non è particolarmente impegnativo e gli scogli più insidiosi sono rappresentati da giocatrici che avrebbero comunque bisogno di piazzare la partita perfetta per avere ragione delle più forti avversarie. Potrebbero provare a infastidire Masha la nostra Sara Errani oppure una tra Ivanovic, Makarova e Kuznetsova. Sulla strada della bielorussa sono Kerber oppure Petrova o Vinci le insidie maggiori.
Più incerta la situazione nella parte alta, che vede i rientri di Na Li e Serena dopo qualche settimana di stop e con una condizione tutta da verificare e, tra le altre top seed, due tra le più imprevedibili giocatrici del circuito: Kvitova e Radwanska. Soprattutto la ceca sta attraversando un momento in cui sprazzi di grande tennis sono intervallati troppe volte da prestazioni al limite del decoro. Una situazione del genere potrebbe permettere a parecchie outsiders di fare strada nel tabellone: da Wozniacki a Cibulkova, da Venus alla lanciatissima futura top 10 Barthel, per arrivare a una Petkovic ancora in condizioni precarie ma che, prima o poi, dovrebbe riavvicinarsi ai livelli pre-infortunio.
Nella parte alta si trova pure Flavia Pennetta, appena tornata al tennis giocato e ben lontana dalla forma migliore, anche a causa di una voglia di proseguire l’attività ad alti livelli che, a mio parere, comincia a venire meno. Rischia di faticare già al primo turno contro la modesta Larsson. Nel caso lo superasse, dovrebbe essere carne da macello per Serenona. Un’altra italiana che ormai ha imboccato il viale del tramonto e che, personalmente, non vedo l’ora di sentire in veste di opinionista televisiva, è Francesca Schiavone, inserita nella parte bassa. La Kerber dovrebbe avere vita facile contro di lei al secondo turno.
Tutte nella parte bassa le restanti italiane. La Giorgi ha un discreto tabellone e potrebbe avere qualche possibilità di giocarsi la partita di terzo turno contro Vika. Non la vedo giocare dall’exploit di Wimbledon ma, da allora, non ha ottenuto risultati significativi nel circuito, il che mi lascia parecchie perplessità sulle sue reali chances. Percorso piuttosto tranquillo anche per Robertina Vinci che, al contrario di Camila, ha una concreta opportunità di incontrare la stessa Vika al quarto turno. L’Italia, comunque, ripone le sue migliori speranze - come sempre da un po’ di tempo a questa parte - nella sua numero uno Sara Errani. Il suo eventuale quarto di finale si giocherebbe, ancora una volta, contro l’incubo Sharapova ma, questa volta, il cammino per arrivarci presenta insidie maggiori rispetto a Indian Wells. Sara, dopo il bye al primo turno, troverà una tra Pironkova e Hantuchova, poi Lisicki o Paszek, infine al quarto turno una tra Makarova, Kuznetsova e Ivanovic. La Errani batte con buona regolarità le giocatrici di peggiore classifica; queste, però, tirano molto forte e affrontarle tutte consecutivamente su una superficie che, nonostante l’adattamento al cemento americano la settimana scorsa sia sembrato buono, non è esattamente la preferita della nostra, può creare parecchi problemi.
A risentirci per i commenti, naturalmente con un occhio di riguardo per le nostre giocatrici!

Mattia Carrea